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Saint Seiya: Brave Soldiers
Scheda gioco
Voto redazione
6.0
Galleria
Dopo Saint Seiya: la Battaglia del Santuario è giunto il momento di Brave Soldiers, un nuovo videogioco in esclusiva Playstation 3 che, cercando non di non offrire solo un offerta fan service, si presenta come un nuovo picchiaduro in grande stile ambientato nel mondo ben studiato dei Cavalieri dello Zodiaco. Erano gli anni ’80 quando la passione per questi combattenti divini si è diffusa in tutto il mondo per poi letteralmente esplodere anche in Italia. Io li ho seguiti da piccolo e una parte della mia infanzia è stata spesa nel continuo giocare con Pegasus. Nonostante ciò, va sottolineato che non sono stati rilasciati, nel tempo, molti titoli della saga anime a manga di Masami Kurumada. L’arrivo di una nuova serie animata però poteva essere il momento giusto per lanciare sul mercato un nuovo titolone rappresentativo dei guerrieri di Athena e Namco Bandai ci ha provato: andiamo a scoprire se davvero ce l’ha fatta! 🙂
Modalità storia
Naturalmente, come in ogni videogioco che si rispetti, non può assolutamente mancare la modalità storia. In Saint Seiya: Brave Soldiers però non è per nulla indimenticabile. Certo, va più che bene per il fan service e per tutti i girellari che non vedevano l’ora di poter giocare con lo stesso cavaliere vestito in 500 modi diversi ma, per chi magari voleva scegliere il gioco giusto per avvicinarsi alla serie, no. Nonostante sembri un paradosso, la trama all’interno della modalità storia in alcuni momenti sembra essere praticamente solo di sfondo. Spesso sembra infatti essere una semplice scusante per il continuo susseguirsi dei combattimenti. Certo, c’è la possibilità di scegliere l’ordine delle sfide ma è sempre qualcosa di poi così non rilevante. Interessante è invece il fatto che Dimps ce l’ha messa tutta per rimanere il più fedele possibile all’anime originale. Se nell’anime infatti sono stati necessari più combattimenti per sconfiggere un cavaliere nemico, anche in Brave Soldiers, per la felicità di tutti i fan, gli stessi combattimenti verranno rigirati più volte in salse diverse: amatelo o disprezzatelo.
I racconti vengono visualizzati su schermo come delle semplici stringe di testo con il doppiaggio, fortunatamente, anche in giapponese e con qualche scena animata di sfondo. Questi intermezzi sono davvero originali e dettagliati ma, come ho pensato più volte nel giocare tutta la trama, potrebbero non far cogliere a chi non è fan della serie, tutta l’epicità degli eventi della trama com’era stata pensata dal magaka Masami Kurumada. E’ un metodo efficace per raccontare le vicende ma, non so bene come spiegarlo, freddo.
La storia, seguendo accuratamente lo svolgersi delle vicende della serie animata, si divide in tre capitoli: il Santuario, Poseidone e Ade. Naturalmente a questa modalità principale si affianca quella dell’immancabile allenamento e modalità sopravvivenza. Più interessante è sicuramente la possibilità di poter sfidare degli amici sia in locale che online in sfide classificate e non. In ultimo, troviamo anche la modalità “Battaglia Galattica”, una classica modalità torneo comunque apprezzata in cui è possibile sfidare la cpu o altri amici (per un massimo di 7).
Sistema di combattimento e Roster dei personaggi
Dimps aveva detto che ce l’avrebbe messa tutta per allontanarsi dal genere Musou con Saint Seiya: Brave Soldiers e, fortunatamente, ce l’ha fatta! Non con il massimo dei voti però! Il gioco è infatti un semplice picchiaduro, ridotto all’osso e senza la possibilità di utilizzare particolari accessori o armi da lancio come succede ad esempio nei titoli di CyberConnect. Dopo aver fatto un profondissimo sospiro di sollievo proprio per il fatto che il titolo, a differenza di Battaglie del Santuario, non è un banale Musou, ho però notato diversi difetti sia nel sistema di combattimento che nel roster di personaggi, come altrettanti pregi. La cosa che subito mi ha lasciato un tantino perplesso è che, per com’è stato “confezionato” il tutto, sembra spesso di essere semplicemente in una piccola porzione di quello che in realtà era stato studiato come un musou. Dopo aver notato che era possibile muoversi liberamente per l’arena di gioco e fare anche qualche saltello qua e là mi è davvero sembrato di essere davanti ad un musous, ad un musou ritagliato e ridimensionato. Il tutto trova conferma nel modo in cui la telecamera segue in personaggio: in alcuni momenti è coerente con il modo in cui la muovono i più classici picchiaduro ma in tanti altri sembra proprio il classico gioco “ammazza mille soldatini inutili giapponese”. In alcune fasi infatti se ne va proprio per il fatti suoi o comunque tende ad evidenziare più i movimenti del proprio combattente nascondendo completamente quelli dell’avversario.
Appare evidente l’ispirazione al lavoro dello studio CyberConnect per la serie Naruto. Tutto infatti, al posto di essere incentrato sul chakra, è incentrato sul cosmo. Proprio questo tipo di energia, ricaricabile come succede in altri picchiaduro simili, è fondamentale per la vittoria. Permette infatti di compiere delle combo prolungate a dismisura o di evitare l’attacco dell’avversario altrimenti inevitabile. Vi è poi anche il settimo sesto che, proprio grazie al cosmo, permette di potenziare momentaneamente il nostro cavaliere. Se poi abbiamo a disposizione tutte e tre le barre del cosmo completamente cariche è possibile sfogare tutta la potenza nell’attacco Big Bang, che però lascia un po’ a desiderare. Innanzitutto per il suo raggio d’azione. Va precisato che si tratta di mosse che, una volta innescate contro il nemico, riprodurranno una sequenza non più evitabile. Il problema è che, proprio per via del raggio d’azione e per il tipo di animazione necessario per innescare la mossa, salvo che l’avversario non si impegni a farsi colpire, è proprio impossibile subire un attacco simile. Nel caso fortunato comunque, l’animazione spettacolare produce comunque molto meno danno di quanto ci si potesse aspettare!
Sono sicuramente da apprezzare gli sforzi di Dimps nell’inventare delle tecniche di combattimento di personaggi che nell’anime non hanno mai combattuto davvero: proprio un bel lavoro riuscito bene!
Passiamo al roster dei personaggi. Appena mi sono accorto che sono disponibili più di 70 cavalieri in tutto il gioco ho sorriso. Provandoli però in combattimento sono rimasto un po’ stupito però di quanti di questi in realtà siano sono riciclati o clonati. Tanti infatti si differenziano solo per una particolare combo o per l’attacco big beng mentre rimangono uguali per tutto il resto. Altro aspetto da far notare, positivo o negativo a seconda di quanto si è fan della serie, è che qualche cavaliere ci viene propinato in una moltitudine diversa di armature, stili e colori differenti, contando come un personaggio diverso nel roster. Io, da fan, ricordando i tempi in cui guardavo la serie animata, l’ho apprezzato ma molti potrebbero considerarlo solo un metodo per riempire il roster.
Edizione da collezione – Seiya Edition
Qualche parola va spesa per l’edizione da collezione davvero ben fatta e ben curata. Certo, il prezzo è abbastanza elevata ma sicuramente non deve mancare nella collezione di tutti i fan più accaniti di questa serie. E’ infatti divertentissimo poter personalizzare a proprio piacimento tutto il corpo e l’armatura del proprio cavaliere preferito: mi sono sentito un bambino con un giocatolo nuovo. Ho fatto anche il video di unboxing di questa edizione speciale, ti consiglio di darci un’occhiata.
Grafica e tecnica
Un buonissimo lavoro da pare di Dimps per quanto riguarda l’aspetto tecnico del titolo che di gran lunga super la sufficienza. Il cell shading è riuscito davvero bene, tranne per qualche problema di aliasing che, solo raramente, si nota. Le ombre ed i modelli stanno a loro posto ed i personaggi e le mosse sono state disegnate e realizzate abbastanza bene. La colonna sonora non è nulla di indimenticabile ma comunque apprezzabile. C’è da fare solo qualche critica per le hitbox, ma dopo qualche oretta di gameplay ci si abitua!
Saint Seiya: Brave Soldiers riesce a mantenere le promesse proponendo un nuovo capitolo dei cavalieri dello zodiaco su Playstation 3 che, finalmente, si allontana dal “fastidioso” genere Musou. E’ un picchiaduro ridotto all’osso con un roster di cavalieri davvero enorme e con un’edizione da collezione degna di nota. La trama ed il sistema di combattimento però, nonostante abbiano molti pregi, hanno comunque altrettanti difetti. E’ sicuramente un buon tentativo di imitare i lavori che CyberConnect ha fatto con saghe come naruto ma il tutto sta in piedi traballando. Concludendo, è un must per tutti i fanboy ma consiglierei di pensarci un po’ su a tutti gli altri 🙂